Investire in formazione contro la crisi: Lezioni universitarie per gli operai

Maurizio Casasco e Maurizio Landini, rispettivamente presidente di Confapi  e segretario generale della Fiom, hanno dato vita ad un progetto da due milioni di euro che consiste in borse di studio per 160 tra dipendenti e figli

I due hanno pensato di sedere allo stesso tavolo buttando giù qualche idea che alla fine ha portato ad un nuovo modo di guardare al futuro per imprese e lavoratori.

La rete delle piccole imprese fa studiare i figli degli operai e il presidente di  Confapi Casasco, lancia le borse di studio per le famiglie dei dipendenti e propone al governo contratti di lavoro più sicuri.

L’obiettivo è quello di dare un’opportunità reale e tangibile attraverso un welfare attivo vero e proprio, ai lavoratori metalmeccanici e ai loro figli che non hanno le possibilità economiche per frequentare l’università ed arrivare alla laurea.

fiom landiniUn accordo tra Università di Tor Vergata, Ente bilaterale dei metalmeccanici di Confapi e Fiom ha portato ad un cofinanziamento di 160 borse di studio per l’anno accademico 2016-2017. La possibilità di frequenza sarà per un qualsiasi corso di laurea triennale e non solo l’università di Tor Vergata, ma anche altri Atenei come quello di Brescia, Torino, Bologna, Roma Tre, Napoli, Bari e Calabria hanno aderito a questo progetto.

Il progetto avrà dei finanziamenti dal valore di due milioni di euro, metà a carico degli Atenei e l’altra metà a carico dell’ente bilaterale.” Questo è il primo esempio di welfare attivo e di sostegno al reddito- ha così specificato Maurizio Casasco- anche perché investire in conoscenza e in capitale umano è il miglior modo per combattere la crisi”.

Casasco ci tiene a specificare che la loro confederazione vuole essere una fabbrica di innovazione sia in termini di welfare sia di contrattazione. Il prorettore dell’università degli studi di Brescia, Claudio Teodori, ha poi spiegato  che la loro università, ha deciso di intervenire con proprie risorse, non aumentando negli ultimi sei anni la tassazione universitaria.




Questo è solo un piccolo tassello, ora si attende un passo  decisivo  dell’Efea, un ulteriore ente bilaterale tra Confapi e Cgil, Cisl e Uil, le organizzazioni sindacali che permetteranno così di chiudere il cerchio e portare il progetto ad una realtà più concreta per la costituzione del welfare attivo.

“Attraverso la bilateralità e con i contributi delle aziende si possono estendere i diritti delle persone che lavorano”, ribadisce Maurizio Landini, spingendosi a sperare che il governo, nella persona di Matteo Renzi, favorisca queste iniziative ed arrivi ad assicurare stipendi più sicuri per le famiglie.

Mantenere oggi come oggi un figlio all’università è veramente difficile, costerebbe circa 11.400 euro all’anno e per molti genitori diventa una vera e propria impresa, tanto che in tanti  rinuncerebbero a proseguire gli studi e a far crescere la loro cultura.

Questo è un male per la società e tutti hanno diritto allo studio, anche chi ha poche possibilità per permetterselo. Sono tanti i ragazzi che volentieri continuerebbero a studiare, ad iscriversi all’Università e arrivare a conseguire la laurea, ma se in famiglia la possibilità economica manca, devono purtroppo rinunciare al loro obiettivo.

Tanti poi sono anche i casi di menti volenterose che si devono fermare per mancanza di soldi e magari chi invece ha la possibilità, al contrario butta via i soldi senza poi raggiungere la laurea, anche se i motivi possono essere svariati e non necessariamente futili.

Questo progetto è veramente una luce in fondo al tunnel, un motivo di speranza per chi ha il sogno di continuare a studiare e realizzare i propri obiettivi di vita. Una speranza per ragazzi e famiglie che in questo modo avrebbero più respiro e vivrebbero la vita con più serenità.

Nell’ordinamento italiano il diritto allo studio è un diritto soggettivo che trova il suo fondamento nei comma 3 e 4 dell’articolo 34 della Costituzione nei quali si afferma il diritto dei capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi economici, di raggiungere i gradi più alti degli studi nonché il dovere della Repubblica a rendere effettivo questo diritto con borse di studio assegni alle famiglie ed altre provvidenze da attribuire mediante concorso.

Il diritto allo studio si differenzia  dal diritto all’istruzione e  riguarda il percorso scolastico successivo all’obbligo e quello universitario, che lo Stato deve garantire attraverso borse di studio a coloro che si dimostrano capaci e meritevoli ma privi di mezzi economici.

Questo è chiaro, ma si spera anche che progetti come questi abbiano grande successo e aiutino a guardare verso un futuro universitario sempre migliore, sia per gli studenti che per le loro famiglie.

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