Il Pensiero Di Sigmund Freud

Sigmund Schlomo Freud nacque a Pribor (attuale Repubblica Ceca), il 6 maggio 1856, ma al compimento del 4° anno di età si trasferì a Vienna insieme alla sua famiglia. Dopo essersi laureato in Medicina si trasferì a Parigi dove, nel 1886, aprì uno studio privato per la cura delle malattie nervose. E’ considerato il padre della Psicoanalisi moderna!

freudFreud cominciò a specializzarsi nello studio della Neurologia, focalizzando le sue ricerche per “curare” l’isteria delle donne (considerata all’epoca come una vera e propria patologia!) ed ogni tipo di problema neurologico. Nell’ambito di questi studi, grazie anche all’incontro con Breuer, risolse il problema dell’isteria utilizzando la tecnica dell’ipnosi, ma cercando allo stesso tempo una soluzione alternativa che potesse superare la stessa! Per lui, il sintomo non era segno di una modificazione somatica com’era invece per la psichiatria classica, ma il segno di un evento storico-temporale vissuto dall’individuo portatore del sintomo stesso. Secondo questa teoria, trascendente sia dalla medicina che dalla filosofia, Freud voleva dimostrare come la società determinasse non tanto l’alienazione mentale dell’uomo, quanto la sua infelicità ed il suo disagio! Approfondendo gli studi in materia, Freud trovò nell’autoanalisi (successivamente ribattezzata “psicoanalisi“) il mezzo che permettesse agli studiosi del settore di far emergere “quell’errore” che causava i disturbi psicologici delle persone. In particolare, Freud sosteneva che il sintomo non era altro che l’affacciarsi di un ricordo precedentemente rimosso, ovvero un trauma psichico riferito alla vita sessuale, affettiva ed istintiva del paziente. L’affacciarsi del ricordo, dunque, non crea qualcosa di nuovo, ma il manifestarsi di una rappresentazione preesistente ed inconscia. La rimozione del ricordo, di conseguenza, è un meccanismo con cui l‘io difende sia il proprio equilibrio che la propria sopravvivenza: nei fenomeni nevrotici il ricordo dell’evento traumatico rimosso riesce, invece, a spezzare la barriera protettiva eretta dalla rimozione inconscia! Quello che lui definisce inaccettabile ed insopportabile nel rimosso sono le pulsioni psichiche originarie ed il modo con cui esse sono state ostacolate nell’esistenza dell’individuo. Secondo lui, l’omicidio, il cannibalismo o l’incesto erano le espressioni visibili di pulsioni psichiche archetipali, ritenute inaccettabili a causa dell’influsso esterno delle norme morali e sociali. E per Freud queste pulsioni, tutte peraltro importanti e necessarie, dovevano essere divise in positive, come l’amore e l’eros, e negative come l’omicidio o il tradimento!

Nel 1900, Freud scrisse forse il suo saggio più conosciuto, “L’interpretazione dei sogni“, che viene comunemente definita come la prima vera opera riguardante il tema della psicoanalisi  Si tratta, in pratica, di un misto tra autobiografia e saggio scientifico, il cui obiettivo primario è quello di rivalutare la soggettività, in contrapposizione al periodo storico in cui vive, quello del “positivismo” e del trionfo dell’oggettività. In questo libro, si ribadisce il concetto secondo il quale non esiste un “pensiero puro“, ma piuttosto che nel pensiero ci siano più “spinte”, descritte dalla nuova scienza del soggetto, ossia proprio la psicoanalisi. Inoltre, in questo saggio vengono elencati i vari meccanismi che regolano i sogni, aprendo una via che conduca all’inconscio della persona analizzata. Con i sogni, infatti, si verifica un indebolimento della coscienza e quindi della censura. Questo processo, che si realizza nel sogno, rimuove la pulsione in modo simile a quello con cui i sintomi nevrotici rimuovono l’episodio traumatico ed il sistema delle pulsioni  Il sogno, quindi, pur “limitando” l’istinto unano, lo blocca solo in parte e mascherandolo per renderlo più “accettabile”. La terapia di Freud, dunque, consisteva nel riportare in piena luce l’episodio traumatico in modo che l’individuo instaurasse con esso un rapporto differente: da qui si capisce perfettamente che l’unica vera cura consisteva nel prendere coscienza della realtà, che si manifesta principalmente nella coscienza. In questo periodo, Freud inizia ad interessarsi anche dei problemi legati alla sessualità: attraverso l’applicazione del metodo analitico in questo campo, il medico riesce a spiegare anche tutti gli altri concetti fondamentali della psicoanalisi, come ad esempio le pulsioni, la rimozione volontaria, l’inconscio, il sogno e la malinconia. L’applicazione dei suoi concetti nell’ambito della sessualità lo portano, inoltre, a formulare una teoria che resterà nella storia della psicologia! Mi riferisco al cosiddetto “complesso di Edipo“, ossia un insieme di affetto e di ostilità che il bambino nutre nei confronti dei genitori. Nella sua forma positiva, il complesso riproduce il mito di Edipo Re, cioè desiderare la morte del rivale, ossia il padre per il figlio maschio, per conquistare il cuore della madre. In quella negativa, invece, è il bambino che ama il genitore del proprio sesso, mentre nutre ostilità per quello di sesso opposto!

Conclusioni

Ad ogni modo, il pensiero di Sigmund Freud non è rappresentato unicamente dai concetti esposti: egli continuò a studiare ed affinare le sue teorie fino alla morte ed i suoi studi sono stati portati avanti dai suoi “discepoli”, specialmente da Carl Gustav Jung.

Be the first to comment on "Il Pensiero Di Sigmund Freud"

Leave a comment

Your email address will not be published.


*