Esame di Macroeconomia: Concetti Base

La macroeconomia è la disciplina economica che studia il sistema economico a livello aggregato, come il reddito nazionale o livello generale dei prezzi. A differenza della microeconomia che si concentra più sul particolare analizzando il comportamento di ogni singolo agente, essa ha un approccio alla realtà globale. Vediamo ora i concetti base più importanti da studiare per l’esame di Macroeconomia.

Domanda

macroeconomiaLa domanda per un bene o un servizio è influenzata dall’utilità, ovvero dal piacere o la soddisfazione che un consumatore ottiene dal consumo del suddetto bene o servizio. A sua volta, l’utilità totale è una funzione delle quantità di beni/servizi consumati e la quantità di lavoro svolto. Ciò che è più essenziale è il concetto di utilità marginale, ovvero l’utilità aggiuntiva che deriva dal consumo di un’unità addizionale di un bene o servizio. Ciò confluisce nella legge dell’utilità marginale decrescente: ad un certo punto, l’utilità marginale dovrà sempre diminuire. Queste significa che i consumatori tendono a massimizzare l’utilità consumando fino al punto in cui l’utilità marginale è zero. Il consumo è un sottoprodotto del reddito disponibile, laddove il reddito disponibile corrisponde al reddito lordo, al netto delle tasse. Esprimendo il concetto in maniera differente, si può dire che il reddito disponibile sia la somma dei consumi e dei risparmi. A sua volta, il consumo individuale può essere espresso in diversi modi. E visto che la propensione marginale al consumo di una persona è determinata dal reddito, la propensione marginale sarà data dal rapporto tra l’incremento del consumo e l’incremento del reddito. Quindi, la propensione marginale al risparmio di una persona può essere misurata come l’aumento del risparmio determinato da un incremento del reddito disponibile. In ogni caso, comunque, la propensione marginale al consumo e al risparmio deve essere sempre pari ad “1”.

La domanda totale per beni e servizi all’interno di un’economia è definita domanda aggregata. La domanda aggregata (spesso definita come “Y”) è la somma della domanda dei consumatori, le spese di investimento, le spese di governo e il netto delle esportazioni. La curva della domanda aggregata è decrescente perché all’aumentare dei prezzi, la domanda diminuisce.

In generale, la domanda dipende da molti importanti fattori. Tra i quali:

  • aumento o diminuzione del benessere reale;
  • aumento o diminuzione del tasso di interesse reale;
  • aumento o diminuzione dell’ottimismo dei consumatori;
  • aumento o diminuzione dell’inflazione;
  • minori o maggiori redditi reali;
  • riduzione o aumento del tasso di cambio della valuta nazionale.

Offerta

L’offerta è data dal totale dei beni e servizi prodotti in un’economia ad un determinato prezzo. Esistono una varietà di combinazioni di beni e servizi che possono essere prodotti in una economia e la curva delle possibilità di produzione raffigura il prodotto massimo che può essere raggiunto (dando per scontata la massima occupazione e il pieno utilizzo delle risorse!). La produzione totale riguarda l’impiego efficiente delle risorse: le aziende massimizzano i loro profitti fino al punto in cui il rendimento marginale del bene prodotto è uguale al costo marginale della produzione.

Come la domanda, anche l’offerta dipende da alcuni fattori:  

  • aumento o diminuzione delle risorse;
  • miglioramenti della tecnologia e della produttività;
  • cambiamento delle modalità di sfruttamento delle risorse;
  • riduzione o aumento dell’inflazione;
  • shock favorevoli o sfavorevoli della domanda (gli shock favorevoli aumentano la redditività dell’offerta di produzione, mentre quelli negativi possono ridurre la capacità dell’azienda di produrre beni).

E’ importante ricordare che quando domanda e offerta sono uguali (sul grafico, quando le due curve si intersecano), il mercato si dice in equilibrio.

Elasticità

In economia, si definisce elasticità il grado col quale la curva della domanda e dell’offerta varia al variare del prezzo. L’elasticità viene comunemente definita come il rapporto tra le variazioni percentuali di quantità e prezzo. Ciò significa che beni e servizi altamente elastici produrranno cambiamenti significativi nel rapporto domanda/offerta con una variazione minima del prezzo.

L’elasticità può dipendere dai seguenti fattori:

  • disponibilità dei sostituti (più sostituti = più elasticità);
  • la totale disponibilità di reddito disponibile;
  • il tempo.

L’elasticità è molto importante per gli effetti che provoca al cambiamento dei prezzi sui ricavi delle attività, l’analisi del sistema fiscale, i benefici del commercio e gli effetti della pubblicità.

PIL

L’acronimo PIL sta per Prodotto Interno Lordo, un indicatore utilizzato per quantificare la ricchezza di uno Stato. Esistono vari modi per calcolarlo, per esempio il metodo del reddito, dove si sommano tutti i redditi generati dall’economia in un anno, considerando il lavoro, i capitali e le imposte indirette.

Disoccupazione

Un altro elemento importante delle macroeconomia è sicuramente il mercato del lavoro, in particolare la parte riguardante la disoccupazione. Il PIL è direttamente proporzionale all’occupazione: ciò significa che una nazione con tutta la forza lavoro occupata riuscirà a produrre più beni e servizi. E ciò è fondamentale per il Prodotto Interno Lordo. Quando per tre trimestri consecutivi il PIL è di segno negativo, una Nazione si dice in recessione, e solitamente in questa circostanza il tasso di disoccupazione è elevato. A una disoccupazione naturale (di breve periodo) che viene definita buona in quanto non crea particolari danni economici, se ne affianca una chiamata strutturale, ben più problematica, influenzata da elementi quali salario minimo, forte potere contrattuale dei sindacati e salari d’efficienza. In un piano cartesiano, la quantità di equilibrio di lavoro è data dal punto di intersezione fra una curva di domanda, decrescente, e una curva di offerta, crescente.

Bilancio Pubblico

Il bilancio pubblico è il rapporto fra deficit e avanzi. Le entrate di uno Stato si ottengono dalla somma delle imposte dirette, imposte indirette e contributo sociale, mentre le uscite vengono calcolate dalla somma dagli interessi, trasferimenti e spesa pubblica. A questo proposito, si parlerà di avanzo pubblico quando le entrate saranno superiori alle uscite, viceversa nel caso in cui sono maggiori le uscite avremo deficit pubblico. In macroeconomia è bene conoscere anche la differenza fra deficit e debito pubblico; il primo è rappresentato dal rapporto entrate/uscite in un dato anno della pubblica amministrazione. Il secondo riguarda il debito di uno Stato con privati, banche e imprese che hanno sottoscritto obbligazioni con l’ente pubblico.

Welfare

Molti ne avranno sentito parlare, ma pochi ne conoscono il suo reale significato. Il Welfare (benessere) viene solitamente definito come il godimento massimo delle risorse con l’applicazione del minimo sforzo (lavoro, forza lavoro o capitale). Il welfare si misura in parte da eccedenze di consumo e di produzione: il surplus del consumatore viene calcolato come la differenza tra il prezzo che un consumatore è disposto a pagare e il prezzo effettivo, mentre il surplus del produttore è la differenza tra il prezzo di vendita e il prezzo che produttore avrebbe accettato. La scarsità e la scelta sono fattori primari in macroeconomia. Attenzione però! Tale termine non ha lo stesso significato di “carenza”; significa che un bene o servizio per il quale c’è domanda, ha una quantità limitata di risorse. D’altra parte, la carenza è una situazione in cui la domanda supera l’offerta e non ci sono impedimenti alla crescita del prezzo, sufficienti per cancellare l’eccesso di domanda, ad esempio il camion del fornire un negozio può essere in ritardo e il negozio è disposto (oppure no, o per legge) ad aumentare i prezzi. In tal caso, vi sarà una carenza temporanea di merci. Anche se non sembra, la scarsità è una forza trainante per l’intera economia di un paese, perché vi è poca difficoltà nella ripartizione di beni e servizi che sono o senza limiti o senza valore.

Marginalismo

In macroeconomia, il marginalismo fa riferimento:

  • agli effetti per unità di una piccola variazione di qualsiasi variabile;
  • al processo di soppesare soltanto i costi ed i benefici che sono direttamente correlati ad una determinata decisione. Ad esempio, per un agente economico ha senso agire quando il beneficio marginale è superiore al costo marginale.

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